Il futuro della metalmeccanica

Il futuro della metalmeccanica
L’avvento dell’industria 4.0 sta trasformando radicalmente il mercato del lavoro e i vari settori, tra i quali anche quello manifatturiero e metalmeccanico. L’innovazione e i nuovi strumenti digitali si stanno progressivamente affiancando e in parte sostituendo ai tradizionali sistemi di produzione, gettando le basi verso quella che potrebbe essere definita la “Metalmeccanica 4.0”.

Industria 4.0 è il termine coniato per identificare la quarta rivoluzione industriale che sta cambiando profondamente i settori produttivi italiani. Fortemente dibattuto negli ultimi anni, è oggi diventato sinonimo di un processo evolutivo graduale ed incrementale, volto a integrare le nuove tecnologie digitali nelle imprese industriali e manifatturiere. L’obiettivo? Aprire la strada per lo Smart Manufacturing, ovvero verso l’interconnessione e la cooperazione, nei processi produttivi, tra le differenti risorse aziendali coinvolte. L’Industry 4.0 potrà, quindi, segnare lo sviluppo delle cosiddette Fabbriche Intelligenti, o Smart Factories; in altre parole, di industrie interconnesse, più performanti e competitive, decentralizzate, dove i processi sono controllati in modo automatizzato e fondate su una collaborazione uomo – macchina più efficiente.

Industry 4.0 e Smart Manufacturing spingono lo sviluppo e la ripresa della metalmeccanica.

La rivoluzione 4.0 sta contribuendo al rilancio del distretto metalmeccanico italiano. Lo dimostrano i dati della 145esima indagine di Federmeccanica sull’Industria del Machinery. Lo studio, relativo al quarto trimestre 2017 conferma una rinnovata fase espansiva. Nel 2017 la produzione delle industrie del comparto è aumentata del 2,9% rispetto al 2016, trainata dalle aziende produttrici di metallo (+4,2%), di macchine e materiale meccanico (+3,2%) e di autoveicoli (+ 6,6%). Anche l’export ha conosciuto una spinta importante segnando un + 6,3% rispetto all’anno precedente e raggiungendo i 216 miliardi di euro. Secondo Federmeccanica, grazie alla positiva evoluzione congiunturale, il 2018 dovrebbe portare anche ad un incremento dei livelli occupazionali, dopo la forte contrazione subita durante gli anni della crisi.

La quarta rivoluzione industriale e il mercato del lavoro: verso la Metalmeccanica 4.0

Secondo l’indagine conoscitiva svolta nel 2017 dalla Commissione Lavoro e Previdenza Sociale del Senato, l’avvento dell’Industria 4.0 non renderà inutile la manodopera umana, come temono i più pessimisti, ma, se sapremo valorizzarla nel modo più opportuno, potrà stimolare e aprire la strada a nuove professioni.

Questa sfida è stata raccolta nel 2016 anche da Federmeccanica che, insieme alle parti sindacali, ha sottoscritto l’accordo di rinnovo del CCNL del settore metalmeccanico per il quadriennio 2016-2019. Tra le novità che sono state introdotte, vi è l’impegno a rivedere il sistema attuale di inquadramento professionale alla luce delle evoluzioni connesse all’Industria 4.0. e lo stanziamento di nuovi investimenti per la formazione continua, che consentano ai lavoratori di adeguare le proprie competenze ai cambiamenti messi in atto dalla rivoluzione digitale. I “nuovi” meccanici non saranno quindi dei meri esecutori, ma dovranno utilizzare anche tecnologie innovative e complesse e potranno avere maggiori spazi di autonomia divenendo così dei “lavoratori imprenditivi”.

La strada verso il cambiamento è ancora in salita

Gli incentivi, introdotti dal Piano Calenda, presentato dal Governo nel settembre 2016, hanno agevolato la ripresa del comparto metalmeccanico spingendo, soprattutto, gli investimenti in nuovi macchinari e tecnologie. Tuttavia la strada da percorrere per il rilancio di questo comparto produttivo italiano è ancora lunga. In particolare, lo scoglio più grande per le aziende che vogliono stare al passo con gli odierni cambiamenti digitali è sicuramente quello delle competenze. Perché le potenzialità della quarta rivoluzione industriale possano effettivamente tradursi in pratica, è necessario che le imprese si affidino ad una nuova generazione di lavoratori altamente specializzati ed investano nella formazione della forza lavoro attuale perché possa comprendere e sfruttare al meglio le nuove macchine e tecnologie. In quest’ottica, si dovrà rinnovare il rapporto scuola-lavoro e andranno promossi programmi ad hoc che trasmettano agli studenti le conoscenze del settore e le nuove competenze digitali. In secondo luogo, anche le imprese dovranno investire tempo e risorse in piani industriali e strategie di formazione legati al tema dell’innovazione.

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